giovedì 2 dicembre 2010

Mozione - Vuoto a rendere

Nella Regione Veneto la media annua di produzione dei rifiuti urbani sfiora i 500 chilogrammi pro capite  e attualmente le uniche iniziative attuate dal Comune di Venezia, in materia di riduzione dei rifiuti, riguardano lo sconto sulla TIA per lo svolgimento del compostaggio domestico (pratica disciplinata peraltro a livello nazionale) e la campagna informativa su “l'acqua del Sindaco” con annessa distribuzione delle caraffe di vetro.

La reintroduzione su base facoltativa della pratica del “vuoto a rendere”, abbandonata da tempo per eccesso di modernità, può contribuire in modo notevole ad una seria politica di riduzione del volume dei rifiuti solidi urbani.

Dei 500 chilogrammi di rifiuti pro capite si possono contare:
• 38 kg di vetro
• 18 kg di plastica
• 4 kg di lattine di metallo



Con il sistema del vuoto a rendere i contenitori per bibite non diventano rifiuti, facendo così risparmiare i costi di raccolta, di trattamente e di recupero della materia prima o di incenerimento.

Si risparmia inoltre la materia prima per la creazione di nuovi contenitori ed i costi di lavaggio e sterilizzazione delle bottiglie di vetro.

Inoltre si ottiene un comportamento corretto da parte dei consumatori finali che, spinti dalla cauzione, restituiscono il vuoto con percentuali
elevatissime (attorno il 85-90%: dato irraggiungibile con la raccolta differenziata);
che il vuoto a rendere, è bene ricordarlo, trova applicazione nel mondo non solo per i contenitori di vetro: in Germania,
Olanda, Scandinavia per le bibite gassate vengono usate infatti bottiglie in PET lavabili e riempibili nuovamente. In
Germania il meccanismo del Pfand è stato esteso anche alle lattine di alluminio mentre in Alto Adige e Trentino c’è il
vuoto a rendere per le bottiglie del latte in policarbonato (plastica molto dura e resistente). Negli Stati Uniti vige ancora il
“bottle bill” che ha fatto diminuire di un 70% i rifiuti di lattine e vetro;
che, purtroppo, nel centro storico il passaggio di circa 20 milioni di turisti all’anno insieme alla scarsità di bidoni per la
spazzatura provoca l’inquinata e spregevole presenza di migliaia e migliaia di bottiglie di plastica o vetro e lattine che
galleggiano sui canali;
tutto ciò premesso e considerato, si impegna il Sindaco e la Giunta
• ad adottare tutte le misure gestionali e finanziarie necessarie a sostenere concretamente la creazione di una filiera
produttiva del “Vuoto a Rendere” con il coinvolgimento fattivo della società partecipata VERITAS S.p.A. (agendo
eventualmente come capofila nei confronti degli altri enti locali, proprietari di una quota minoritaria della stessa società).
In pratica, gli operatori che aderiscono alla filiera e comprano un imballaggio da un altro aderente versano una cauzione
al venditore, poi avranno diritto alla restituzione di essa nella misura in cui riconsegneranno gli imballaggi avuti. Gli
operatori, naturalmente, si premurano di raccogliere il più possibile gli imballaggi venduti (con la merce) ai consumatori
finali e per far ciò chiederanno a loro volta una quota della cauzione versata a monte che sarà poi restituita con la
consegna del vuoto;
• a verificare insieme alle competenti commissioni consiliari, sentite la Camera di Commercio e le associazioni di
categoria rappresentative del commercio e del settore alberghiero, le modalità concrete ed i benefici economici connessi
alla creazione della citata filiera.
In particolare si analizzino le seguenti linee-guida:
- nascita della filiera attraverso un contratto, un consorzio o un’ATI (associazione temporanea d’imprese) di cui si
faccia garante e controllore il Comune (o più Comuni) insieme alla CCIAA e che sia aperto all’adesione successiva di altri
operatori economici;
- previsione di una riduzione percentuale della TIA per quei soggetti (produttori, utilizzatori ed utenti finali di imballaggi
ovvero grossisti, esercizi pubblici) che si associno alla filiera;
- elaborazione di altre forme di agevolazione per le imprese aderenti (ad esempio: sconto su COSAP per i bar e
ristoranti);
- creazione di un marchio identificativo per tutti gli operatori aderenti alla filiera ma anche per il riconoscimento da parte
dei consumatori che troveranno così giustificazione nel pagamento/restituzione del vuoto;
- preparazione di una corretta ed adeguata campagna informativa sul tema.

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